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A Disobedient Way: un modo differente di seguire la moda.

Perché ho scelto il nome A Disobedient Way?

Perché ciò che più mi sta a cuore e in cui credo fermamente è il concetto di disobbedienza. Cos’è la
disobbedienza?

La disobbedienza è saper dire di no a qualcosa che in cuor nostro sentiamo ingiusto, la disobbedienza è ribellione, libertà; la disobbedienza è un concetto molto ampio da descrivere, spesso va semplicemente sentita. Dov’è che possiamo trovarla per comprenderla a pieno? Sono tanti i volti che nella storia dell’uomo hanno contribuito a ribellarsi, fare rivoluzione, ma quando si parla di disobbedienza il primo nome che a me viene in mente è quello di Antigone, protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle: lei decide di disobbedire alla legge che non le permette di seppellire il corpo di suo fratello, decide infatti di andare contro la legge per dare degna sepoltura a chi ama, decide di rischiare la sua vita e ribellarsi. La disobbedienza è prendersi la responsabilità delle proprie azioni sentite giuste, ma è soprattutto anche la libertà di essere chi si vuole essere, la libertà di non farsi sottomettere da nessuno, tantomeno da un sistema a cui sentiamo di non appartenere. Disobbedire, parola che da bambini forse ci poteva incutere timore, disobbedire equivaleva ricevere una punizione, perché equivaleva comportarsi “male”, per questo motivo viene vista anche adesso come una parola orribile alla quale non volersi accostare. Ma la disobbedienza è solo un modo di restituire libertà ed è accompagnata a un senso di giustizia, coscienza. Non è criminalità. Se da un giorno all’altro ci venisse imposto dallo Stato qualcosa di orribile, come se qualcuno venisse improvvisamente privato dei propri diritti senza alcun motivo, non sarebbe opportuno opporsi? Oppure vi girereste dall’altra parte? Io so da che parte stare e non rimarrei indifferente. Questa è disobbedienza, la stessa di cui parla Henry David Thoureu nel suo saggio “Disobbedienza civile” in cui dissente allo Stato che vuole colonizzare il Messico e per ribellarsi sceglie di non pagare le tasse venendo rinchiuso in carcere per una notte (fino a che chi per lui non ha poi pagato la tassa al posto suo). La disobbedienza non è espressa con azioni violente e rappresenta la vera giustizia della coscienza dell’uomo.

Tornando all’Antigone, questo passo tratto dall’opera è adatto a descrivere ciò di cui parlo, è il punto in cui la sorella di Antigone scopre le sue intenzioni :

ISMENE:

– Ah come ho paura per te disgraziata!

ANTIGONE:

– Non tremare per me: correggi il tuo viaggio!

ISMENE:

– Non dire a nessuno la tua intenzione, tienila per te e anche io farò lo stesso.

ANTIGONE:

– Ah, gridalo forte: mi sarai più odiosa se taci, se non lo dirai ai quattro venti.

ISMENE:

– Hai un cuore che brucia per cose di ghiaccio.

ANTIGONE:

– So di piacere a chi soprattutto devo.

ISMENE:

– Se ci riuscirai: desideri le stelle.

Mi sono interrogata molto su quest’ultima frase: “desideri le stelle”. Le stelle sono uno dei punti inarrivabili per l’ essere umano, possono essere intese, oltre astronomicamente parlando come corpi celesti, come un concetto “divino” oppure semplicemente possono essere paragonate al sapersi prendere il futuro e farlo proprio: così come esse brillano di luce propria, possiamo farlo anche noi. Le stelle sono un destino scritto? O abbiamo la facoltà di “cambiarle” per dare un senso alla nostra esistenza? Disobbedire è saper cambiare le proprie stelle? La ribellione di Antigone è davvero carica di significato, Creonte la disprezza oltre che per aver trasgredito
alla sua legge perché donna e in quanto donna nell’antica Grecia veniva sottomessa all’uomo. Sarà Emone, innamorato di Antigone, a difenderla andando in costrasto con il padre Creonte, non avendo paura di mostrare i sentimenti che prova per l’amata. Ismene la sorella invece incarna il ruolo di donna dell’epoca cercando di fermare sua sorella Antigone. Il vero cardine della tragedia è lei: Antigone. Murata viva da Creonte si suiciderà. Morirà, ma con la consapevolezza di aver fatto ciò che riteneva giusto.


Disobbedienza: può assumere connotazione diversa a seconda del contesto, ma sempre di libertà e giustizia parla. Come posso, quindi, accostare moda e disobbedienza? “C’è ben poca virtù nell’azione delle masse” scriveva Henry David Thoureau. Perché seguire la massa per sentirsi corretti non è mai la giusta via dell’uomo. Spesso viene vista la moda come un’imposizione, come un seguire ciò che tutti scelgono di indossare perché fa tendenza. Ma io credo non sia il giusto modo di seguirla. Seguire la moda deve essere la scelta di un proprio stile, un proprio modo di essere, saper guardare qualcosa che indossano tutti ed avere un pensiero critico, un parere personale, saper prendere una scelta: se seguirla oppure no. E’ strano da affermare, sembra quasi un paradosso perché la moda è tendenza, ma deve essere innazitutto libertà, Alexander McQueen diceva: “la moda dovrebbe essere una forma di evasione, non una prigionia.” Perché infatti essa deve darci il potere di esprimerci. Ma come possiamo esprimerci se cerchiamo solo di essere tutti uguali? Se mettiamo regole fisse laddove regole non dovrebbero esserci? Chi dice, ad esempio “non usare leggings come fossero pantaloni” non sta forse minando alla nostra libertà di pensiero e di stile e di esprimerci? Crea il tuo stile, disobbedisci alla massa, ascolta pure le tendenze del momento, ma scegli tu se seguirle, prenderne spunto o respingerle totalmente: questa è la moda. La moda deve far rimanere se stessi senza se e senza ma. Dovete crearne una tutta vostra per sentirvi a vostro agio con voi stessi. Questo è il punto cardine del mio blog e di tutto ciò che ho intenzione di scrivere qui sopra.

“La disobbedienza, per chiunque conosca la storia, è la virtù originale dell’uomo. Con la disobbedienza il progresso è stato realizzato, con la disobbedienza e con la rivolta.” Così scrive Oscar Wilde e questa sua affermazione può guidarci verso una nuova concezione di moda e di VITA.

La nostra esistenza non può fermarsi ad essere una semplice e passiva esistenza ma dev’essere una vita vissuta e volta al progresso, alle novità e al pieno coraggio di essere se stessi con tutte le conseguenze che ciò può comportare. E’ bene ricordare che nel mondo della moda non è certo mancata la disobbedienza, basti pensare, ad esempio, allo stilista Yves Saint Laurent: lui con le sue collezioni è riuscito a stravolgere il mondo della moda. Con la sua passione, la sua bravura e il suo impegno ha rivoluzionato un mondo complesso e spesso visto come ripetitivo; lui no, ripetitivo non lo è stato mai, ha sempre puntato all’innovazione, al voler stupire, “scioccare” come affermava Yves stesso. Lo smoking per le donne, le camicette trasparenti e i quadri di grandi artisti come Van Gogh o Picasso ritratti sui suoi abiti, sono solo alcune delle innovazioni che
ci ha lasciato. Ho sempre ammirato Yves Saint Laurent sia come stilista che come persona, lui è una grandissima fonte d’ispirazione per me. La mia concezione di moda e di stile è molto affine alla sua e spero con le mie parole, i miei articoli e i miei semplici pensieri di riuscire a farla vivere davvero a chiunque decida di leggermi.

Alessandra Carta

in foto: Alessandra Carta